INARCASSA: sottoscritto l’accordo per lo Smart Working non emergenziale

Inarcassa avvia la gestione post emergenziale della prestazione lavorativa in regime remoto e lo fa, a nostro modesto avviso, nel migliore dei modi e cioè mediante la sottoscrizione di un accordo con le Rappresentanze Sindacali Aziendali.

Nella giornata di ieri l’Amministrazione, rappresentata dal Direttore Generale Marco Mizzau, e le Rsa hanno diffuso il testo sottoscritto che finalmente mette ordine alla successione di applicazioni dei vari Dpcm che si sono susseguiti negli ultimi due anni che, tra le altre misure di contenimento, hanno regolamentato l’esecuzione della prestazione lavorativa non in presenza.

Col termine dello stato d’emergenza il prossimo 31 marzo, annunciato dal Governo nei giorni scorsi, la necessità di procedere con la regolamentazione dell’istituto introdotto con la legge 81/2017 è un tema fondamentale nelle agende di Amministrazioni e Sindacati. Nei mesi scorsi sia la PA che il Comparto Privato avevano proceduto in questo senso adottando protocolli post emergenziali.

Più volte ci eravamo espressi sul tema sul tema (https://www.cislcasse.it/2021/10/26/smart-working-da-necessita-a-opportunita/), auspicando un testo quadro da differenziare poi a seconda delle diverse realtà che compongono il Sistema delle Casse Previdenziali, al fine di costruire un percorso condiviso che plasmasse Il lavoro agile che, è bene ricordarlo, è una modalità di esecuzione della prestazione lavorativa non sostitutiva del lavoro in presenza; modalità contraddistinta dalla mancanza di vincoli orari o spaziali, caratterizzata da fasi, cicli e obiettivi, che sono stabiliti mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro. Una passaggio dalla gestione emergenziale a quella ordinaria che permetta di cogliere e massimizzare le evidenti opportunità in termini di aumento del benessere psicofisico del lavoratore che, dati alla mano, si traducono in un aumento della produttività del contesto in cui il dipendente è inserito.

Una regolamentazione che, nel corso del tempo, evidentemente avrà degli effetti anche sull’organizzazione stessa del lavoro, al di là della mera armonizzazione tra il lavoro in presenza con quello da remoto, e che muterà i paradigmi di valutazione della prestazione stessa.

L’auspicio è che il prima possibile alte realtà appartenenti al sistema delle Casse Previdenziali seguano l’esempio di Inarcassa, soprattutto arrivandoci mediante una fattiva e proficua collaborazione con le Organizzazioni Sindacali proprio come dimostrato nell’Ente Previdenziale di Architetti e Ingegneri.

Arturo Bandini